Il foliot è un oscillatore, un bilanciere a barra. Il suo meccanismo regolatore del cosiddetto “scappamento a verga” permise la creazione dei primi orologi, svegliatori monastici ancora imprecisi eppure già rivoluzionari. Siamo agli albori del medioevo e l’orologio, prima macchina industriale, è l’invenzione che prefigura un nuovo mondo. «Annunciatore delle stagioni e delle feste, delle fiere e del carnevale, perfetta metafora di un mondo in equilibrio e di forze in contrapposizione, l’orologio fornisce attraverso la storia stessa del tempo una nuova storia della società, scandita al ritmo del calendario che viene.» (Jacques Attali, Storie del tempo, p.79) È il tempo dei corpi, un mondo in cui le forze in gioco sono puramente umane, gioco in cui se Dio non è più il tempo, resta però «l’amministratore del tempo delle attività umane, colui che controlla la ripartizione del tempo: Dio è il peso dell’orologio.» (ibidem, p.104)
Brano tratto da
CERIMONIA
“L’ordine sociale si concede un tempo ed uno spazio per rappresentare e consolidare i valori su cui si fonda. Si mette in scena. (…) Cerimonia è la rappresentazione dei momenti rituali nei quali la cultura ricerca e riconosce il proprio senso (…)” Gianni Cresci, 1987
REGIA: Gianni Cresci e Sadia Salvadori
COREOGRAFIE: Sadia Salvadori
MUSICA: Gianni Cresci
Immagini in dissolvenza:
Claudio Dini e Paolo Ravenni
INTERPRETI
Sadia Salvadori, Lucia Innocenti,
Camilla Cantini, Fabrizio Buccianti
Occupazioni Farsesche, Firenze 1988
Tags: Antropologia, Composizioni, Teatro musicale, Tempo